Viaggiare in Uzbekistan-Racconto e itinerario

Viaggiare in Uzbekistan è stato uno dei viaggi più particolari che ho fatto tra i 53 paesi che ho visitato fino a oggi. La cultura è un mix affascinante tra le reminiscenze dell’impero mongolo di Gengis Khan, il ricordo del passaggio di Alessandro Magno, le rotte sulla via della seta e l’impero sovietico.  La storia parla molto del carattere di questo popolo, il più ospitale che abbia mai incontrato, sempre pronto ad aprire le porte allo straniero, diffida da chi vi metterà paura sulla sua sicurezza.

Se stai programmando un viaggio in Uzbekistan, o semplicemente ti ha incuriosito questo paese, questo è l’articolo che fa per te. Ti racconterò il nostro itinerario e la nostra avventura in questo viaggio in Uzbekistan.

Stavo dormendo beatamente quando sento quell’inconfondibile toc sotto al sedile del carrello che tocca terra. “Welcome in Uzbekistan” risuona nelle casse dell’aereomobile. Siamo arrivati a Tashkent.

TASHKENT

Non sapevamo bene cosa aspettarci da questa città, probabilmente nulla. Mi aspettavo di trovare una classica capitale dall’aria sovietica, caos, e qualche statua di Lenin da ammirare. Per l’amor di dio, l’aria sovietica c’è, e pure qualche statua di Lenin, ma devo dire che ci avrei trascorso un giorno in più.

Noi siamo stati fortunati perchè siamo stati accompagnati per praticamente tutto il giorno da Karina, una ragazza metà uzbeka metà inglese che si è offerta di prendere in carico due inadatti viaggiatori dal bel paese.

Qui come italiani siamo ancora molto ammirati, anche per questo motivo le persone saranno ancor più sorridenti, gentili e ospitali. 

Appena usciti dall’Hotel, abbiamo soggiornato all’ OLD Tashkent Hotel &SPA, andiamo a farci una SIM per avere internet durante il tragitto (per tutte le info tecniche, prezzi, procedimenti, visti, ect seguire questo link).

Prima tappa alle 11.00 veniamo fortemente invitati ad assaggiare il piatto tipico della cucina uzbeka, il Plov. Ancora ignari di quante kcal avremmo assunto nei 10 giorni successivi ci lanciamo in questa esperienza culinaria. Il riso viene cotto con diverse metolodologie in base alla zona del paese, viene condito con spezie di ogni genere, carne d’agnello, carote e altre verdure e della magnifica uvetta. Sicuramente consigliato.

Hasti Imom è la prima moschea che visitiamo per iniziare il nostro tour. E’ la prima volta che metto piede in una moschea durante la preghiera e non sarà l’ultima durante questo viaggio. Credenti e non credenti non importa, non si può non ammirare la fede e la devozione di queste persone.

Magari ti starai chiedendo, russi, musulmani? Ebbene sì questo è uno dei tratti particolari di questo paese che ha assorbito la cultura e le usanze di diversi popoli. Le persone su di età parlano in russo, i giovani stanno imparando inglese e altre lingue europee, oltre ovviamente all’uzbeko, ma la religione principale è l’Islam.

Aggiriamo la moschea per trovarci quella che sarà la futura moschea della città, un edificio immenso con delle cupole pazzesche.

Proseguiamo all’interno del complesso e visitiamo il primo palazzo storico uzbeko. La struttura di questi palazzi è spesso ricorrente. Un cortile interno posto al centro dell’edificio ospita piante e da aria alle stanze circostanti. Oggi le stanze e gli spazi sono occupati dai negozi. Ricordiamoci sempre che l’Uzbekistan era lo snodo nella via della seta e sono un popolo di super commercianti, lo scambio di merci è nel loro DNA.

Ora ti porterò in uno dei miei posti preferiti quando viaggio, uno dei luoghi che racconta di più di un popolo, come si comporta e del suo cibo.

Mercato di Tashkent

Voliamo al mercato che non ha nulla a che vedere con i nostri. Ci sono diverse strutture circolari coperte, la prima che vediamo all’interno ospita vari “stand” dove si vende carne, spezie e latticini , in un’altra assistiamo alla produzione dello speciale pane uzbeko che esce direttamente caldo dai forni e ci viene gentilmente offerto. Fuori da questi mercati coperti una distesa infinita di tende e “negozi” per soddisfare ogni tipo di necessità.

Gli odori sono forti, ma noi molto di più! Qui c’è una tendenza per le carni saporite tra montoni, capre e le loro interiora. Spero tu non stia leggendo all’ora di pranzo o cena.

Per riprenderci dal caldo facciamo una camminata all’interno della città che è ricca di parchi, aree verdi perfettamente curate, fontane e vasche. Ci sediamo a bordo di una fontana per un piccolo meeting sulla continuazione della serata.

Optiamo per una cena/aperitivo in una zona molto chic della città. Arriviamo così a Tashkent city, pantaloncini sporchi, maglietta sudatissima e facce compromesse da due giorni a non dormire visto il volo.

 
Tashkent city

Tashkent city ricorda molto lo sfarzo di Dubai ma in miniatura. Ci sono grattacieli altissimi che ospitano appartamenti di lusso e camere di hotel, giardini super curati con fontane artistiche con giochi d’aria e musica. Ci accomodiamo in locale coreano per bere e smangiucchiare qualcosa.

Coreano? ma ho letto bene? Il caldo ti ha dato alla testa oltre che al fisico?

No. Hai letto benissimo ma non è un caso. L’Uzbekistan, non abbiamo capito il perchè nonostante le numerose domande sull’argomento, ha un rapporto strettissimo con la Corea. Per chi non lo sapesse tra la Corea e l’Uzbekistan c’è di mezzo l’intera Cina e non solo, non c’è alcun tipo di punto culturale in comune. Dopo numerose domande ci viene semplicemente detto che ci sono ottimi rapporti commerciali e… we are friends! 

Ok…

Ma non è solo per il ristorante coreano. Uzbeki volano in corea a studiare coreano, lavorano per anni in aziende coreane e la città di Tashkent è ricca di coreani o persone con origini coreane.

Ogni giorno se ne scopre una diversa in questo paese.

Treno Tashkent-Samarcanda

Ci prepariamo per il giorno successivo dove siamo partiti per la magnifica e tanto desiderata Samarcanda. L’unica cosa che ci divide sono 5h di treno. Entriamo nel sito della TrenUzbekistan e procediamo all’acquisto. Il sito è in inglese ma alcune parti non so, probabilmente il traduttore non aveva voglia di farle e sono rimaste in russo. Non capiamo bene cosa abbiamo prenotato ma solo dove dobbiamo essere e a che ora. Nonostante l’acquisto online dobbiamo cambiare i biglietti in biglietteria (e perchè li ho fatti online?) e dopo un attimo di smarrimento e “coda” andiamo alla nostra platform. Magica sorpresa!

Abbiamo prenotato delle cuccette in terza classe su un treno sovietico! No aria condizionata, abbiamo condiviso le cuccette con una coppia uzbeka molto gentile e carina e abbiamo ammirato le steppe dal finestrino perennemente aperto. Non il massimo del confort ma da provare, un’ottima esperienza per viaggiare in Uzbekistan!

SAMARCANDA

Se qualcuno mi avesse visto durante il viaggio in treno poteva vedere in me un bambino che scarta il suo giocattolo preferito a Natale. Il treno è essa stessa un’attrazione, taglia completamente le zone desertiche e le steppe del paese lasciandoci a bocca aperta. Ripensavo a quante persone in epoche antiche hanno cavalcato queste terre in cerca dell’affare migliore, per tornare a casa dalle persone care o in avanscoperta. Oggi potrà sembrare un luogo sperduto ma nel passato qui avvenivano i maggiori scambi commerciali tra oriente e occidente, era il centro del commercio e dell’innovazione.

 

Messo piede a Samarcanda e dopo un giorno intero già trascorso in Uzbekistan ci sentiamo ormai Uzbeki DOC IGP. Contrattiamo la corsa di un taxi con un giovane pischello uzbeko di nome Umid. Trovata la cifra, carichiamo i bagagli e saliamo a bordo. Parla benissimo l’inglese e qualcosina di italiano, francese e dialetto leccese. Lo so, a volte divento uno stress totale e inizio a fare domande a raffica sulla città, specialmente perchè è pomeriggio e avremo solo qualche ora per goderci la città, prima di partire per le terre sperdute. Scopriamo così che il magico Umid è tassista ma anche guida turistica così contrattiamo anche una visita guidata per tardo pomeriggio e sera, nessuna scelta fu più azzeccata. Se hai bisogno di una guida qui, scrivimi che ti condividerò il contatto.

Cosa vedere a Samarcanda, la perla dell’Uzbekistan

Non abbiamo molte ore, il rosso sole Uzbeko sta scendendo piano piano verso le cupole azzurre delle splendide moschee di Samarcanda. Il caldo si affievolisce e possiamo goderci i posti magici senza turisti. 

  • L’osservatorio di Ulugh Beg è la prima fantastica scoperta. Gli uzbeki erano e sono dei grandi commercianti ma qui bazzicavano le migliori menti del tempo anche in campo astronomico. Il principe ed astronomo qui costruì una delle strutture più eccezionali e intelligenti del paese. Fece scavare un arco nel terreno per determinare il mezzogiorno con il quadrante più grande al mondo. Qui Ulugh, per gli amici di vecchia data, stabilì nel 1420, qualche annetto fa, la durata dell’anno tropico sbagliando di 25 secondi rispetto a oggi. Oserei direi clamoroso con questi strumenti.

Sfrecciamo tra le tranquille strade della città e raggiungiamo la nostra seconda meraviglia.

  • Shah-i-Zinda, la necropoli della città racchiude al suo interno splendidi mausolei e altri edifici sacri magnificamente ornati da tasselli di mosaico di colori che vanno dall’azzurro all’indaco, dal blu al viola. Il complesso è distribuito su tre livelli dove troviamo la moschea e un mausoleo a quello inferiore, successivamente uno spiazzo con tre mausolei imponenti che dominano la scena dove spiccano quelli della sorella e della nipote del grande Timur, Tamerlano. Sul finale ammiriamo altri mausolei tra cui quello di uno scienziato e astronomo del tempo che proprio per la sua professione molto adorato da Ulugh Beg ha un’altezza paragonabile a quella della famiglia.

Entra nelle strutture e ammira i soffitti delle cupole perchè rimarrai a bocca aperta!

La città ci ha già stupito così ma manca ancora la chicca, il gioiello di questa storica perla dell’Asia Centrale. La piazza dove Albano cantò per il presidente Uzbeko in mezzo alla folla di partecipanti in visibilio. No, non è uno scherzo. Vi porto in un museo a cielo aperto: 

Il Registan!

Questo è stato uno dei complessi più belli che abbia mai visto in vita mia. Dalla strada si intravedono le cupole e le luci soffuse che abbelliscono la scena. Siamo arrivati la sera così che l’atmosfera fosse ancor più suggestiva e intrigante. La piazza è ricca di persone che si incontrano e si fermano a parlare, è proprio un punto di ritrovo per i Samarcandini. Prima di accedere alla piazza c’è una terra che la mostra in tutta la sua bellezza. Son dovuti venire in quattro per schiodarmi perchè ero magnetizzato.

L’ingresso è a pagamento ma non più di qualche euro e finalmente mettiamo piede all’interno del Registan. Sembra che sia un altro -stan country ma non è così. Ci sono tre edifici che dominano, si tratta di tre madrase, scuole in arabo.

  • La prima è dedicata ovviamente a lui, no, non Albano questa volta ma Ulugh Beg, comprende una moschea, una delle migliori università del clero d’Oriente islamico, ornata con motivi geometrici.

  • La madrassa Sher-Dor ha di curiosi che sfoggia tra i suoi mosaici il volto di una tigre, nella cultura islamica non dovrebbe essere rappresentati i volti degli esseri viventi sui momenti sacri.

  • La terza madrassa è chiamata Tilya-Kori, alloggio per gli studenti ma ospita anche una moschea, abbondantemente ornata d’oro, come dice il nome stesso.

Il nostro tour con Umid finisce qui, ci saliamo e ci scambiamo i profili instagram così da tener monitorato il nostro viaggio e noi continuare a vedere le bellezze del suo paese. Corriamo a cena perchè qui gli orari non sono come a Siracusa, si va a nanna presto, e anche a cena! Umid ci ha consigliato un locale dove mangiare qualcosa di tipico e autentico quindi ci fiondiamo. Piccola incomprensione sulle quantità ordinate quindi ci troviamo con tre spiedini in due di kebab vari e dopo la correzione ce ne troviamo un milione. Stiamo iniziando a capire che le porzioni di cibo in Uzbekistan sono decisamente abbondanti.

Sentyab-Aydarkul-Steppe-Yurta

In ogni viaggio mi piace uscire dai sentieri turistici e vivere come local, visitare luoghi sperduti e sconosciuti per ammirare l’autenticità dei paesi. Già l’Uzbekistan non è un paese che molte persone considerano quando programmano un viaggio ma abbiamo voluto spingerci oltre.

Partiamo dall’esperienza più local e divertente che abbiamo vissuto in Uzbekistan.

 

La sveglia suona presto in quel di Samarcanda. Sposto le tende del nostro B&B (B&B Emir) e ammiro la cupola della moschea che riflette le prime luci dell’alba. Scendiamo nel cortiletto della struttura per gustare la colazione preparata per noi. Sono sempre a favore del cibo etnico ma sulla colazione sono sempre abbastanza classico. Sorseggio un buonissimo tè nero mentre ammiro la vite che si dirama sopra la nostra testa in questo contesto splendido. La tavola è imbandita con formaggi, pane uzbeko, marmellate e altri cibi locali. 

Ganisher, la nostra guida, ci aspetta in reception, un uomo molto colto e capace di parlare 5 lingue, ha trascorso anni come manager in un hotel a Dubai per fondare il suo tour operator nel suo paese d’origine. I lineamenti del viso fanno pensare che sia un asiatico orientale ma sfoggia orgogliosamente il suo spirito uzbeko. 

Ci mettiamo in auto per diverse ore così abbiamo tempo per conoscerlo bene. Vi ricordate i paesaggi ammirati dal treno Tashkent-Samarcanda? Li abbiamo percorsi tutti quanti anche in auto tra pascoli di pecore, cavalli liberi nelle steppe e montagne all’orizzonte.

Sentyab

Il segnale del gps è intermittente in questa zona remota del mondo ma Ganisher conosce bene la sua terra e svolta a sinistra imboccando una strada tortuosa per la montagna. Arriviamo a un cancello dove un bimbo ci apre le porte alla homestay dove trascorreremo la notte.

Le tacche del telefono sono a zero, intorno a noi il silenzio, la vita contadina e un paesaggio misterioso. Veniamo accolti a braccia aperti dal proprietario che insieme alla moglie, al fratello, al cuggino gestiscono la struttura. 

La Homestay è immersa del verde del boschetto e dotata di diverse camere. La parte esterna è dotata anche di bellissimi e comodissimi “lettoni” dove gli uzbeki solitamente mangiano da sdraiati e trascorrono il tempo libero con amici e parenti. Ci viene subito proposta una piccola camminata per conoscere il villaggio. Ovviamente accettiamo. Ci mettiamo in cammino e quella che doveva essere una piccola camminata si trasforma in un hiking di diverse ore. Camminiamo attraverso la vita locale, qualcuno costruisce case, qualcuno raccoglie erbe medicali e riusciamo anche a goderci il lavoro sui bachi da seta.

La camminata termina  in uno spazio panoramico in vetro costruito dalle persone del posto proprio per accogliere i turisti. Scattiamo qualche foto ricordo e ci perdiamo nella vista di queste montagne rocciose mentre il sole inizia a calare dietro di esse così decidiamo di incamminarci verso casa.

La cena è abbondante come sempre e la troviamo pronta al nostro ritorno. More, Yogurt, pane uzbeko, giuggiole, marmellate fanno da antipasto sul nostro lettone. Una zuppa di carne e verdure ci viene servita come primo per proseguire poi con la carne, ovviamente. Intanto il posto si è riempito con amici e parenti del proprietario, essendo incuriositi da due europei nei monti uzbeki qualcuno si avvicina e condivide con noi le sue storie di vita. A un certo punto però sbuca un ospite scomodo, una bottiglia di vodka piena. Avevamo letto diverse storie su quando sbuca la bottiglia di vodka ma non avevamo ancora vissuto questa situazione. C’è un’usanza qui che è quello di brindano con uno shot alla tutto quello che volete. Famiglia, salute, Lino Banfi, l’orto della nonna tutto è oggetto di shot di vodka. La seconda usanza però, letale abbinata alla prima, è che appena il bicchiere finisce si riempie. Potete immaginare com’è proseguita la serata, a suon di risate e storie pazze su tutte le nostre vite e i nostri viaggi. 

Ah, quasi dimenticavo, sarà la vodka. Albano e Totò Cotugno sono un must durante i momenti di festa quindi imparate bene i testi, portati una cassa bluetooth e picchiate un pò di sound italiano, salteranno di gioia!

Lago Aydarkul

Tra abbracci e risate la mattina seguente ci salutiamo con tutti i nostri nuovi amici uzbeki e ritorniamo nella famosa Chevrolet Cobalt di Ganisher, ma perchè famosa? Dovete sapere che l’Uzbekistan è super popolato di Chevrolet, il paese ha un forte accordo commerciale con la casa automobilistica imponendo tasse esorbitanti per le altre auto. Per le strade vedrete quasi esclusivamente Lacetti e Cobalt.

In circa un’oretta e mezza di guida nel nulla più totale arriviamo finalmente al lago Aydarkul. Intorno a noi il deserto, non ricco di dune come possiamo immaginare ma un deserto verde, ricco di piantine e qualche cavallo o dromedario qua e la. Il lago si presenta come un mare, è infinitamente grande ed è assurdo trovarselo nel bel mezzo di monti e steppa. Due edifici fronte spiaggia ci accolgono con bagni, stanze per dormire, ristorante e un negozietto, i progetti però sono enormi: hotel, sport acquatici, lidi e tanto altro. Vediamo come si sviluppa!

Trascorriamo la giornata tra un bagno e un pranzo a base di  antipasti uzbeki, plov e un bel secondo di pesce direttamente dal lago. Durante il pranzo un groppone di 20 ragazzi uzbeki beve vodka e diffonde musica techno e house sulla spiaggia a fianco a noi. Senza neanche bisogno di dirlo si avvicinano a noi e in pochi minuti ci troviamo a fare amicizia trascorrendo insieme il pomeriggio.

Yurt camp e il mio incubo

Ricarichiamo i bagagli in auto, ammiriamo il tramonto oltre questi paesaggi per arrivare al nostro campo tendato. E’ Giugno, bassa stagione, siamo soli!

Ci accomodiamo nella Yurta che vogliamo. Queste strutture sono state inventate dai mongoli come accampamento durante gli spostamenti in queste terre fredde d’inverno e calde d’estate. Gengis Khan passò anche da questi territori nel suo sterminato impero e porto questi alloggi che oggi sono creati per i turisti, in Mongolia vengono ancora usati dal 50% della popolazione. Ceniamo con Ganisher e il proprietario ci allunga una bottiglia di Vodka, questa volta, ci spiace veramente molto, ma dobbiamo declinare l’invito. La notte nel campo tendato è appena iniziata e arriva un uomo, con una sorta di chitarra in mano verso di noi. Beh siamo gli unici nel raggio di chissà quanti kilometri.

Accendiamo il fuoco e inizia la magia. Puoi immaginare quanto sia stellato il cielo sopra la nostra testa, 0 inquinamento luminoso, una mezza luna perfetta per illuminare un pochino ma senza rubare la scena a sorelle stelle. Le fiamme del fuoco illuminano la scena al musicista che ci delizia con canti e musiche uzbeke in una serata indimenticabile.

Ma perchè hai scritto incubo allora nel titolo?

L’indomani ci rimettiamo in auto ma il mio fisico non è più quello invincibile del sud est asiatico e del mangiare in terra con le mani così purtroppo inizio a non stare bene. Ci aspettano solo 6h di auto verso Bukhara, 40 gradi e il sole mi picchiava esattamente sullo stomaco e sulla pancia.

Questo piccolo stop però ci fa rivedere un pò i nostri piani, anche Stefano, il mio compagno di viaggio inizia ad accusare i ritmi serrati così decidiamo per trascorrere gli ultimi giorni tra Bukhara e Khiva, evitando la folle idea di andare sul lago d’Aral, sarà per la prossima volta!

BUKHARA

Approfittiamo di questo giorno e mezzo nello stesso posto per riprendere fiato ed energie e ne approfitto anche per provare qualche medicinale uzbeko. 

Qui non abbiamo preso la guida ed è stato un peccato perchè fa sicuramente la differenza. Ci diamo al riposo e allo shopping. La città pullula di negozietti con prodotti tipici uzbeki così iniziamo dei bei giochi di contrattazione che mi divertono sempre molto. A volte vinci, a volte perdi, il venditore però, vince quasi sempre, specialmente con un popolo così commerciante, siate spietati!

Bukhara è una città sacra qui in Uzbekistan ecco cosa abbiamo visto:

  • Le mura dell’ex khanato di Bukhara sono perfettamente restaurate e ben visibili, quasi da farti sentire mignon
  • La piazza di Lyabi Khause è un centro di incontro e scambio tra le persone della città. Qui ci si ritrova e ci si diverte con gli amici in un luogo amico ricco di gelsi e fontane.
  • Il complesso di Po-i-Kalyan è la parte più bella e non lo dico solo io ma anche Gengis Khan, sentito poco fa su Telegram. Del complesso fa parte la moschea, la scuola coranica e il minareto. Tanto è bello questo minareto, la torre più alta dell’Asia centrale del tempo che anche il generale mongolo decide di non abbattere così tanta bellezza.
  • La madrasa di… Ulugh Beg e di Abdul Aziz Khan sono sicuramente una tappa da fare all’interno della città vecchia. La struttura è la medesima delle altre scuole coraniche ma sempre stupende!
  • Visitate il bazaar perchè è sempre ricco di chicche locali, scene divertenti e personaggi interessanti, lasciatevi travolgere!

Per pranzo ci muoviamo per la città nuova giusto per curiosità ma nulla di super interessante colpisce il nostro cuore tenero.

Il giorno successivo dobbiamo prendere il treno per raggiungere Khiva, l’ultima tappa del nostro tour, presentandosi così il nostro problema uzbeko, prenotare i biglietti del treno in russo.

Questa volta però, ammettiamo i nostri limiti e ci sentiamo di chiedere aiuto a alla reception del nostro bellissimo boutique hotel che ti link qui di seguito: Boutique Hotel Minzifa

Saliamo in treno, dopo aver giustamente cambiato i biglietti al desk della stazione, e incredibile… prima classe! Volevamo provare entrambi gli estremi di viaggio in treno in Uzbekistan. Sicuramente più comodo ma anche altrettante meno divertente. Si viaggia molto bene su questi treni, non saranno all’ultimo grido, stile un pò sovietico ma poltrone con prese usb, larghi spazi e aria condizionata.

KHIVA

Quasi senza neanche accorgercene arriviamo a Khiva, perla del nord e città Patrimonio UNESCO.

E’ già sera e ancora con qualche strascico del malessere andiamo da Terrassa Cafè & Restaurant, uno dei pochi ristoranti aperti ma anche il più bello con una terrazza direttamente sul minareto azzurro e blu Kalta Minor.

La mattina ci aspetta una sorpresa inaspettata: la pioggia. Compagna scomoda durante un viaggio così ci godiamo la colazione in hotel. Abbiamo scelto un altro boutique hotel molto carino e dal personal veramente speciale: New Star Hotel

Non appena le nuvole fanno spazio al sole che riscalda immediatamente le strade di Khiva usciamo dalla struttura e ci lanciamo nei vicoli.

In 5 minuti siamo alle porte della città vecchia di Khiva. Si può girare molto facilmente a piedi e sembra di calarsi in quelle che erano le fermate delle carovane che portavano i mercanti per commerciare i loro prodotti. All’interno delle mura troviamo moschee con i loro alti minareti, scuole coraniche e bancarelle dei mercanti. Camminare per le strade è super rilassante ma volevo saperne di più sulla storia e sulle leggende. 

Chiedo per una guida al desk dell’infopoint ma i prezzi erano diversi essendo da solo quindi passeggiando ne fermo una e contrattiamo un prezzo. We have a deal!

Trovo un ragazzo giovane, appassionato di storia e curioso sul mondo e sui turisti, purtroppo l’emergenza covid ha colpito anche lui professionalmente parlando. Il nostro incontro l’ha galvanizzato ed è stato ore con me portandomi ovunque uscendo anche dalle rotte classiche.

  • Madrasa di Allakuli Khan è il primo edificio di questo museo a cielo aperto che abbiamo incontrato. La struttura è quella classica delle scuole coraniche con un cortile interno, le aule e le stanze dedicate agli studenti.

  • Minareto Kalta Minor è forse il simbolo della città, questo matitone tagliato di colore blu e azzurro. Qui esce la prima leggenda, anzi, due. perchè il minareto non è stato concluso? Questa è la domanda che tutti ci poniamo. Non lo sapremo mai, ma… sembra che durante i lavori Mohammed Amin Khan, il khan committente morì, il fratello, che prese la carica, non voleva finire i lavori sapendo che come nome avrebbe preso quello del fratello defunto. La seconda versione è un pochino più maliziosa, il progetto è grande e la torre è alta, tanto che, se qualcuno avesse guardato dalla cima avrebbe visto L’Harem del Khan, zona privata, quindi si sono stoppati i lavori.
  • Palazzo Tosh-hovli è il palazzo fatto costruire dal khan è ricco di maioliche colorate, una zona dedicata alle udienze pubbliche, l’Harem e la corte di giustizia dove risolvere le diatribe.
  • L’Harem è il posto dove la guida si è soffermata per raccontarmi come funzionano i matrimonio e la vita sentimentale del Khan. Il cortile interno divide due aree dell’edificio, una dedicata al khan e alle quattro mogli, l’altra alle concubine. Ma andiamo per gradi. Sul lato sinistro si trova la stanza del Khan e una per ogni moglie, dietro a esse un sacco di cunicoli. Ma come venivano scelte le mogli? La prima veniva scelta dalla madre del Khan, la quarta dal Khan stesso, la seconda e la terza venivano donate da personaggi politici di altre zone per stringere alleanza. La prima e la quarta erano mogli del khan per sempre, quelle centrali no, in ogni momento il khan poteva decidere di separarsi semplicemente dicendo “Talak”. Per questo motivo le mogli giravano con 10/15kg di ori e gioielli così da poter pagare un passaggio fino a casa in caso di uscita dal palazzo. Le concubine erano commerciate al bazar, fino a 60 e potevano, se scelte dal khan, andare nella sua stanza privata. Le mogli dovevano aspettarlo nelle loro e mai andare nella sua.
  • Moschea Juma (del Venerdì) è una struttura interna molto intrigante e ricca di genialità ingegneristica. Oltre 200 colonne reggono il soffitto e hanno una peculiarità, dalla sua posizione l’Immam poteva vedere tutti i fedeli senza avere le colonne a ostruire la vista. Al centro si trova un foro nel soffitto che veniva usato come “aria condizionata”, l’aria calda esce e quella fresca entra. Un’altra cosa interessante è l’acustica, vicino all’Imam c’è un foro nel muro, chiamiamolo microfono, nel resto della moschea ci sono altri fori che amplificano la preghiera.

CONCLUSIONI FINALI SULL'UZBEKISTAN

Viaggiare in Uzbekistan è stato un tuffo in culture mixate e diverse dalla nostra, conoscere un popolo che difficilmente siamo abituati a incontrare e imparare tante cose da loro.

  • L’ospitalità è sicuramente l’aspetto più significativo di questo popolo, tutti vi parleranno, vi inviteranno e vi coinvolgeranno. Sono molto affascinati da noi.
  • La serenità di questo popolo mi ha colpito molto, nessuno alza la voce, non si vedono litigate per strada e la sicurezza è impeccabile, uno dei paesi più sicuri in cui abbia mai viaggiato, lo consiglio a tutti.
  • La cura che hanno gli uzbeki per la natura, i giardini sempre curati, le strade sempre pulite sono impressionanti e ammirevoli.

La parte artistica che è stata creata in migliaia di anni è conservata ed è stata restaurata in modo perfetto. La natura, principalmente dominata da steppe e montagne ci ha fatto ammirare luoghi ancora incontaminati sulla nostra terra che corrisponde a momenti di silenzio e relax assoluto.

L’Uzbekistan non è un viaggio per tutti, per apprezzarlo a fondo penso che sia meglio aver viaggiato già diversi paesi stranieri, specialmente asiatici e arabi. D’altro canto però sono paesi assolutamente da visitare almeno una volta nella vita.

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